CORSI

Alla Base Nautica si organizzano corsi di canottaggio agonistico (per i ragazzi) e amatoriale (per gli adulti); le attività per i ragazzi prevedono un allenamento tre volte alla settimana e uscite in barca. È previsto un periodo di prova gratuito e poi viene definito un programma stabilito in base all’età dei ragazzi. L’allenamento avviene individualmente e in gruppo.

Corsi di canottaggio per adulti e ragazzi

Corso giovanile di avviamento al canottaggio: l’età per partecipare alle gare va dai 10 ai 13 anni. Sono 15 le imbarcazioni dedicate; i corsi si svolgono dalle 15.30 17.30 il lunedì, il mercoledì, il venerdì e il sabato

Corso di avviamento al canottaggio indoor group Rowing per adulti: i corsi si svolgono il lunedì, il mercoledì e il venerdì dalle 19.15 alle 20.45

Corso di canottaggio agonistico: 10 imbarcazioni a disposizione; i corsi si tengono tutti i giorni dalle 15.00 alle 17.00 e la domenica dalle 09.00 alle 12.00

Corso per attività di canottaggio a sedile fisso dal lunedì al sabato, dalle 17.30 alle 20.30

CAMPI SPORTIVI

In estate, con la chiusura delle scuole, la Società organizza i campi sportivi che diventano non solo una valida alternativa per far trascorrere ai bambini giornate all’aria aperta divertendosi e facendo sport, ma anche un’opportunità che va incontro alle esigenze dei genitori che lavorano.
Al mattino sono previste attività sportive e nelle ore pomeridiane attività formative. I campi sportivi si svolgono presso la Base Nautica, iniziano a giugno e vanno avanti fino a settembre.

ALTRE INIZIATIVE

Progetto “Remare a scuola”. Dal 2014 la Società partecipa al progetto Remare a Scuola, riconosciuto dal MIUR. Il progetto è realizzato in collaborazione con le scuole di Pisa “Fucini” e “Galilei”. Sono previste una fase indoor ed una open con due imbarcazioni propedeutiche. Nel 2019 un equipaggio delle scuole “Galilei” si è piazzato al terzo posto nella fase nazionale.

REGATA DI SAN RANIERI: CENNI STORICI

Anno 1631: Antonio Bartaloni Seppia, influente cittadino pisano, si ammala (forse di quella peste che ci ha raccontato il Manzoni) e redige un testamento, nel quale inserisce una disposizione: ogni anno, per la festa dell’Assunta, i Priori della Città avrebbero dovuto correre un Palio in sua memoria, riprendendo così la tradizione che era stata interrotta per oltre due secoli, a causa delle occupazioni fiorentine.
Inizia così questa nostra storia sull’Arno – dove i Priori decidono nel 1635 di far correre il Palio – storia che si allaccia ad un’altra, quella degli artigiani, maestri d’ascia e calafati, che vivono lungo le sponde del fiume.

Le due storie si intrecciano ancora di più quando nel 1934 ai maestri d’ascia Fontani, detto “Pallino” e “Catullo“ vengono incaricati di costruire le nuove barche per la regata. La loro esperienza e il loro acume di vecchi artigiani li portano a scegliere come carena per le nuove “fregate”, quella delle galee dei cavalieri di S. Stefano, ma visto che avevano due cantieri separati uno a nord e uno a sud del fiume ed avendo un disegno di massima costruirono le imbarcazioni rispettivamente (gialla e celeste) Catullo, (verde e rossa) Pallino; uguali tra loro per un occhio inesperto ma, queste ultime, differenti in quanto avevano la chiglia più spanciata rispetto alle altre due.
E l’Arno rivive il suo passato glorioso: tutto viene eseguito così come i Priori avevano deliberato esattamente tre secoli prima: la regata trasmette ai pisani quel sentimento di rivincita per l’orgoglio ferito che, ancora oggi per altri motivi, ci portiamo dentro. Si potrebbe dire che è l’Arno che racconta tutto questo, ora calmo e sonnolento – come dicono siamo un po’ noi pisani – ora, però, irruento e temibile, ma sempre amico e compagno di chi con lui divide sudore e fatica.

La gara si svolge su una distanza di 1,500 metri lungo le acque dell’Arno contro corrente. La competizione ha inizio vicino al ponte della ferrovia presso la torre della Cittadella, per attraversare il fiume e finisce davanti a Palazzo Medici vicino Ponte della Fortezza. Le barche hanno posti fissi e un equipaggio di 8 rematori, un timoniere e un “montatore”, sono costruite secondo lo stile tipico delle fregate del mediceo Ordine di Santo Stefano Papa e Martire un ordine militare fondato nel 1561.

La vittoria non dipende da chi arriva prima al traguardo bensì dall’abilità e agilità del montatore, un arrampicatore che sale su per una delle funi di ancoraggio del pennone stesso, per andare ad afferrare la bandiera giusta in cima a un pennone di 10 metri, sistemato su un navicello ancorato sotto la linea del traguardo, il “paliotto” della vittoria, una bandierina che rappresenta il vero traguardo. Bandierina dal valore altamente simbolico, perché ricorda la fiamma da combattimento che le truppe cristiane sottrassero ai musulmani durante la battaglia di Lepanto del 1571 e conservata nella Chiesa dei Cavalieri nell’ononima piazza.

Il passaggio da regata a nome dell’Assunta a regata di San Ranieri (al secolo Ranieri Scàcceri, nato da una ricca famiglia di mercanti pisani. Ranieri morì il 17 giugno del 1161 e nel corso dei secoli il suo culto crebbe talmente che dal 1632 fu venerato come Patrono di Pisa). Pertanto si pensò di dedicare la regata a suo nome.

Ogni anno i festeggiamenti iniziano dalla sera precedente; la città si prepara alla Regata con un prologo di luci e fuochi d’artificio, la Luminara.

Il 17 giugno si svolge un corteo storico sui lungarni che precede la regata tra i quattro equipaggi rappresentanti i quartieri del centro storico: San Francesco, San Martino, Santa Maria e Sant’Antonio.
La barca di San Francesco è contraddistinta dal colore giallo, quella di San Martino dal rosso, quella di Santa Maria dal celeste, quella di S. Antonio dal verde. Rievocazione storica, festa religiosa, rivalità tra pisani fino al giorno prima uniti sotto i medesimi colori: questi elementi concorrono a rendere San Ranieri una festa unica, che attira anche chi ne ha solo vagamente sentito parlare.

L’edizione chiamata moderna della Regata inizia quindi nel 1934 e vede vittoriosa l’imbarcazione verde di Sant’Antonio, nel susseguirsi degli anni la Manifestazione ha avuto solo due interruzioni, dal 1940 sino al 1946 per gli effetti bellici; in questo periodo le barche per essere preservate furono sotterrate a fianco della chiesa di San Zeno.

Alla fine della guerra furono dissotterrate e alla verde venne riscontrata la rottura della chiglia, non avendo a quei tempi grossi finanziamenti a disposizione fu sistemata come meglio si poteva ma messe in acqua questa risultava avere 11 cm. più bassi i piani di voga rispetto alle altre, nacque così la leggenda del (canottino truccato) in quanto era la barca che spesso vinceva ma forse perché utilizzava un equipaggio veramente più forte delle altre essendo questi tutti pescatori, renaioli o canottieri.

Altra interruzione fu dal 1967 al 1969 per il crollo e la ricostruzione del Ponte Solferino, e alla ripresa vide ancora primeggiare la Verde.

Il 1983 fu l’ultimo anno che vide in acqua le imbarcazioni in legno costruite dai fratelli Fontana, dall’anno successivo sullo stampo della barca Rossa di San Martino, ritenuta tra le quattro imbarcazioni la meglio conservata, in un cantiere di San Martino Ulmiano (San Giuliano Terme) furono costituite in vetroresina. La loro particolarità era quella di aver i colori in negativo, cioè invece di avere lo scafo bianco e i fregi del colore di appartenenza a quartieri avevano gli scafi dei diversi colori e i fregi bianchi.

Nascevano in quegli anni anche le Società remiere a banco fisso alle quali poi vennero assegnate le imbarcazioni: la Licio Giacomelli per la barca verde di Sant’Antonio, la Nilo Sodini per la barca celeste di Santa Maria, la Mario Cini per la barca gialla San Francesco e la Marino Billi per la barca rossa di San Martino.

Il 1991 vide il varo delle nuove imbarcazioni di San Ranieri (quelle per intendersi che tutt’ora vengono utilizzate per la manifestazione), di nuovo stampo e costruite su nuovi disegni; rispetto alle precedenti imbarcazioni, pur mantenendo l’equipaggio composto da otto vogatori, il timoniere e il montatore sono un metro e mezzo più lunghe permettendo al vogatore numero otto di avere una sua postazione di voga cosa che prima non aveva in quanto era seduto sullo specchio di prua assieme al montatore, vi è una modifica anche del fissaggio del remo, mentre prima si utilizzava lo stropolo ora i remi poggiano in una scalmiera. tutto questo ha aumentato oltre la lunghezza anche il peso dell’imbarcazione che supera i mille chili.

Migliaia di spettatori tifano animatamente appoggiati alle spallette dei lungarni, correndo lungo la riva o affollando il Ponte di Mezzo e il Ponte della Fortezza, sperando che il proprio quartiere vinca ma soprattutto che non si aggiudichi come la storia vuole la coppia di paperi che spettano all’equipaggio ultimo classificato.
Centinaia di anni di storia e il suggestivo scenario dei lungarni, ammirati da Leopardi, conferiscono alla Regata di San Ranieri un fascino che non conosce declino e lo rende tanto atteso da richiedere mesi di allenamenti.

REGATE CITTADINE

Memorial Tofani

Il Memorial Armando Tofani è nato nel 2005 per ricordare Armando Tofani detto Armandino, pescatore di mestiere e storico vogatore e timoniere della barca verde del Palio di San Ranieri. Un personaggio caratteristico, conosciuto da tutti, per anni un pilastro dell’equipaggio del Sant’Antonio e anche della barca delle Repubbliche Marinare. Armando Tofani morì prematuramente nel 2004.

La partenza è in prossimità di Cascine Nuove, a quattro chilometri dalla sede del circolo canottieri Licio Giacomelli (via II Settembre, vicino all’Incile), base della barca verde di Sant’Antonio, dove è previsto l’arrivo.

Si tratta di una gara di fondo di 4000 metri anche se a volte viene modificata a seconda di quelle che saranno le condizioni dell’Arno.

Memorial Cini

Il Memorial Cini è una gara che si corre sui 750 metri, con batteria a due, finale a1/2 e b 3/4 , si organizza ormai tradizionalmente per la festa di Sant’Ubaldo nel mese di maggio. La gara nasce in memoria di Mario Cini, personaggio Storico di grande passione che con la sua tipica sigaretta in piedi al timone della celeste ha cresciuto molti ragazzi sull’imbarcazione celeste.

Trofeo Antoni

Il Trofeo Antoni, nato in memoria di Federico Antoni, viene organizzato dall’omonima Società che corre con la barca celeste. Federico è stato un ottimo atleta che più volte è stato nell’equipaggio delle Repubbliche marinare.

La gara, organizzata dalla FICSF e dalla ASD Canottieri Antoni, si corre sui 1000 metri, nello specchio d’acqua compreso da largo D’Annunzio allo Scalo ASD Canottieri Antoni in via Ponte del CEP.

Il campo di gara di 1000 metri circa e suddiviso in 2 corsie, assegnate alla imbarcazione attraverso sorteggio. La gara è di tipo match race e si svolge ad eliminazione con due equipaggi per volta, in cui l’equipaggio vincitore accede alla finale 1° e 2° posto mentre l’equipaggio perdente prende parte alla gara 3° e 4° posto.

Trofeo Matteoni

Dal 2015 nel mese di maggio si corre il Trofeo “Enzo Matteoni”: la regata, organizzata dalla Società “Billi Masi” del Gruppo Sportivo Sezione Canottaggio dei Vigili del Fuoco di Pisa, nasce in ricordo di Enzo Matteoni, venuto a mancare il 7 giugno 2014.

Enzo Matteoni ha ricoperto un ruolo importante per la nostra città e per le manifestazioni storiche: agli inizi degli anni 80 fu uno degli artefici della rinascita del Gioco del Ponte e fu Generale della Parte di Mezzogiorno per più anni collezionando il mitico filotto di 5 vittorie consecutive.

La regata si svolge nel tratto d’Arno di fronte allo scalo di Lungarno Guadalongo, alla Base Nautica dei Vigili del Fuoco, con arrivo davanti alla base e partenza circa 500mt a monte.

Sono previste 2 semifinali; a seguire il 3° e 4° posto tra i perdenti e la finale per aggiudicarsi 1° e 2° posto.